L’inizio del progetto
In realtà, Toncoin non sarebbe dovuto chiamarsi così, ma “Gram” e la storia dietro a questo cambio di nome è molto interessante. Nel lontano 2017, Telegram aveva annunciato che avrebbe iniziato a monetizzare il suo servizio e, secondo il piano iniziale, lo avrebbe fatto attraverso il lancio di una nuova blockchain e della sua nuova criptovaluta nativa, ovvero Gram. Il nome della blockchain sarebbe stato “Telegram Open Network” e nel gennaio 2018 fu pubblicato il whitepaper di questo progetto. La base del codice per Telegram Open Network fu scritta da Nikolai Durov, il fondatore di Telegram. Inizialmente, il team raccolse $1,7 miliardi tramite quella che fino ad oggi è la seconda più grande ICO della storia.

I problemi con la SEC
Il lancio della prima testnet avvenne in ritardo nel gennaio 2019 e solo a settembre dello stesso anno fu rilasciato il codice open source su GitHub, con il lancio finale previsto per il 3 ottobre 2019. Purtroppo però, la SEC accusò Telegram che il token Gram fosse una security non registrata e le due parti cercarono di trovare un accordo che però non arrivò mai. A due settimane dal lancio, la SEC bloccò il lancio del token e chiese a Telegram di restituire tutti i fondi raccolti dall’ICO. Il 12 maggio, Durov ufficializzò che Telegram non era più interessato al lancio della blockchain Telegram Open Network mettendo la parola fine a questo progetto.
Una rinascita verso il successo
Nel maggio 2020, un piccolo gruppo di sviluppatori riprese in mano il progetto e iniziò a lavorarci nuovamente, per dare vita a quello che oggi conosciamo come Toncoin, ovvero la moneta nativa della blockchain layer 1 che ora si chiama The Open Network invece che Telegram Open Network. La TON Foundation, ovvero i pochi sviluppatori che ripresero in mano il progetto, rilanciarono l’idea e il token TON fu ufficialmente lanciato nel maggio 2021. Il lancio fu particolare in quanto, nonostante la blockchain utilizzi il proof of stake come algoritmo per la validazione dei blocchi, le monete TON furono estratte in circa un anno di tempo da quelli che vengono chiamati PoW Giver smart contracts.

La corsa fino alla TOP 10
Nonostante Telegram abbia ufficialmente abbandonato il progetto, non è un segreto il fatto che TON sia stata creata per essere utilizzata all’interno della loro applicazione. Infatti, circa 2 mesi fa, Telegram ha rilasciato la funzione wallet all’interno della propria app, mettendo TON come una delle tre criptovalute possibili da potersi scambiare.
La corsa fino alla top 10 è stata poi alimentata anche da un’altra notizia, ovvero quella rilasciata mercoledì 13 settembre alla conferenza Token 2049 svolta a Singapore, dove il team di TON ha annunciato “TON Space“, ovvero un wallet non-custodial che, a detta del fondatore di Telegram, Durov, giocherà un ruolo fondamentale nel portare Telegram all’interno del Web3.
🔥 @steveyun_ton, President at TON Foundation, and John Hyman, CIO at @telegram, presented "Transforming Telegram to Web3 with Toncoin" at #TOKEN2049.
— TON 💎 (@ton_blockchain) September 15, 2023
The talk explored how mass adoption of #Web3 can become a reality with Telegram and #TON.
Let’s take a deep dive into that 🧵 pic.twitter.com/fvaEdxtMPN
TON oggi ma attenzione alla FOMO
Questa continua partnership tra Telegram e TON ha fatto impazzire gli investitori, che hanno comprato TON portandolo fino ad una quotazione di $2,57. Al momento della scrittura di questo articolo, TON ha una capitalizzazione di poco inferiore agli 8 miliardi di dollari, con un prezzo per moneta di $2,31.
In questi casi è facile cadere prede della FOMO, ovvero la paura di rimanere fuori da qualcosa di importante, in questo caso un’occasione d’investimento; è bene ricordare però che è sempre pericoloso comprare delle allocazioni di qualche moneta dopo che questa, esattamente come TON, ha avuto un periodo di importante e costante rialzo nel prezzo.
