ESG è l’acronimo di Environmental Social Governance. Si tratta di un insiene di criteri ambientali, sociali e di governance, utilizzati dagli investitori per selezionare potenziali investimenti che si rifanno al concetto di finanza sostenibile.

Nello specifico, i 3 criteri ESG sono:
- Criteri ambientali, che considerano il modo in cui un’azienda salvaguarda l’ambiente, comprese le politiche aziendali che affrontano i cambiamenti climatici (rifiuti ed inquinamento, emissioni di gas serra, deforestazione).
- Criteri sociali, che esaminano il modo in cui vengono gestiti i rapporti con i dipendenti (incluso il rispetto delle diversità), i fornitori, i clienti e le comunità in cui si opera (cercando di aiutare quelle povere e svantaggiate).
- Criteri di governance, che si occupano della leadership di un’azienda, della retribuzione dei dirigenti, degli audit, dei controlli interni e dei diritti degli azionisti.
ESG e criptovalute
Forse ti starai chiedendo “cosa c’entrano i criteri ESG con le crypto?”
C’entrano fondamentalmente per due motivi:
- da un lato, gli investitori – soprattutto quelli più giovani – sono sempre più sensibili a questi 3 criteri, tendendo a scegliere asset ESG-friendly
- dall’altro lato, gli enti regolatori – inclusa l’Unione Europea – stanno intervenendo sempre più pesantemente per conciliare gli investimenti finanziari (inclusi quelli in criptovalute) con i criteri ESG
Ciò potrebbe significare che, nel prossimo futuro, coin e token rispettosi delle norme ESG rischiano di essere preferiti a quelli non-ESG; nella peggiore delle ipotesi, alcune crypto potrebbero addirittura essere messe al bando se non rispettano i criteri in questione.
Environmental
L’esempio più lampante rientra sotto il cappello di environmental, ovvero quello dei criteri ambientali: le criptovalute che vengono generate tramite Proof-of-Work, come bitcoin, consumano parecchia energia nella loro attività di mining. E poiché l’elettricità è collegata – in molti casi – ai combustibili fossili, l’energia utilizzata per estrarre tali criptovalute potrebbe potenzialmente aumentare le emissioni di gas serra, rendendole non ESG-friendly.
In poche parole la carbon footprint (ovvero l'”impronta di carbonio”) generata da bitcoin (e, più in generale, dalla PoW) ha un impatto ambientale che viene ad oggi considerato come molto negativo, escludendo BTC dagli asset che osservano i criteri ESG.
Social
Alcuni sollevano un altro potenziale problema, ovvero quello della accessibilità. I sostenitori sostengono che le criptovalute sono buone dal punto di vista ESG perché sono decentralizzate e consentono anche alle persone svantaggiate di accedere ai servizi finanziari.
Tuttavia l’utilizzo delle crypto richiede l’accesso a Internet, soldi e la comprensione necessaria per utilizzarle, il che indebolisce la questione. Altri sottolineano che solo una minima parte dei lavoratori nel settore delle criptovalute è di sesso femminile, e che il settore è dominato da uomini bianchi o asiatici.
Governance
Infine altri ancora sollevano potenziali problemi di governance. Per loro stessa natura, la maggior parte delle crypto è decentralizzata, il che potrebbe indurre alcuni a credere che non abbiano una governance (anche se i developer delle varie blockchain lavorano sul codice in modo continuo e costante, e le DAO presentano parecchi vantaggi rispetto alle organizzazioni centralizzate).
Conclusione
Dei 3 criteri ESG, siamo certi che quello ambientale sarà il più impattante negli anni a venire.
È assai probabile che i fondi e i grossi investitori saranno (per certi versi) “costretti” a preferire criptovalute sostenibili, privilegiando (ad esempio) quelle basate su Proof-of-Stake rispetto a quelle su Proof-of-Work.
Se pensi di investire sul lungo termine nel settore crypto, tieni in considerazione anche questo aspetto.