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Come creare e gestire un Portafoglio in Criptovalute

Quando parliamo di portafoglio (o portfolio), intendiamo la composizione (in percentuale) dei nostri risparmi in criptovalute (da non confondersi con wallet, che è invece il “luogo” (hardware o software) dove riponiamo le nostre crypto).

Portafoglio Crypto
Portafoglio Crypto

Prima di affrontare questo tema, è bene aver ben chiaro il criterio di come investire in criptovalute: se così non fosse, ti invito a cliccare sul link e leggere l’articolo.

Partiamo ora con i concetti base della guida al portafoglio crypto.

Il livello di rischio

Le criptovalute sono un investimento ad alto rischio, che in quanto tale può generare grosse perdite o enormi guadagni.

All’interno di questo settore possiamo fare una ulteriore segmentazione, almeno su 4 livelli:

  • Top 2: Bitcoin e Ethereum
  • Large-cap: crypto con una capitalizzazione di mercato di oltre 10 miliardi di dollari
  • Mid-cap: crypto con una capitalizzazione di mercato fra 1 e 10 miliardi di dollari
  • Small-cap: crypto con una capitalizzazione di mercato sotto 1 miliardo di dollari

Capirai immediatamente che più è alta la capitalizzazione, più è basso il rischio: pertanto, più aumenti la percentuale di small-cap che metti in portafoglio, più il tuo rischio aumenterà di conseguenza.

La diversificazione

Se distribuisci il tuo capitale su più asset, abbatterai comunque il livello di rischio anche se sei portato ad orientarti verso altcoin un po’ “esotiche”.

Ecco perché è bene evitare di fare all-in su un unico asset… a meno che non sia bitcoin, che è considerata unanimemente la criptovaluta più stabile e sicura.

Detto in altre parole: se bitcoin dovesse andare a zero, è assai difficile che l’intero settore rimanga in piedi. Solitamente, se si entra in un bear market e bitcoin cala di una certa percentuale, le altcoin scendono almeno del doppio o più.

L’importanza delle stablecoin

Indipendentemente dal capitale investito una buona parte dovrebbe essere sempre liquida, ovvero pronta per essere utilizzata.

La regola è la seguente:

  • Più il mercato è toro (=in crescita), meno liquidità è da tenere ferma in portafoglio
  • Più il mercato è orso (=in calo), più è bene liberarsi di asset a rischio e accumulare liquidità

Mediamente si consiglia di tenere fino a metà del proprio capitale in dollari o stablecoin (come USDT, USDC o DAI), soprattutto quando il mercato è in una fase di contrazione.

Settare take profit e stop loss

Ricordati sempre che nessuno è così bravo da comprare sui minimi e vendere sui massimi: è bello pensarlo, ma purtroppo la realtà è assai diversa.

Pertanto è bene fissare dei livelli di prezzo dove prendere profitto (eventualmente a scalare) e soprattutto tagliare le perdite, se si scende al di sotto di certe soglie.

Avrai sentito dire che “fino a che non si vende non si ha perso nulla”, ma è anche vero che fino a che non si vende (in profitto) non si ha guadagnato nulla.

Esempi di portafogli crypto

Dopo queste lunghissime premesse, passiamo all’azione.

Prepara carta e penna (o meglio, un foglio Excel), e disegna una bella torta divisa in fette.

Alla luce di quanto sopra, gli spicchi potrebbero essere fino a 6 (attenzione, NON è obbligatorio investire in tutte e 6 le fette!):

  • Bitcoin
  • Ethereum
  • Basso rischio (ovvero large-cap)
  • Medio rischio (ovvero mid-cap)
  • Alto rischio (ovvero small-cal)
  • Liquidità (ovvero stablecoin)

Per ognuna queste 6 fette, dovrai valutare la percentuale di capitale da destinare e inserirci le tue criptovalute preferite (che ovviamente avrai scelto con grande cura dopo parecchio studio!).

Escludendo i portafogli dei massimalisti, che sono al 100% della loro criptovaluta preferita (solitamente bitcoin), ecco l’esempio di un portafoglio da pieno bull market (da NON prendere assolutamente alla lettera!), con praticamente tutta la liquidità investita:

Esempio di Portfolio Crypto per Bull Market
Esempio di Portfolio Crypto per Bull Market
  • Bitcoin: 40%
  • Ethereum: 20%
  • Basso rischio: 15%
  • Medio rischio: 10%
  • Alto rischio: 5%
  • Liquidità: 10%

Questo invece un portafoglio da bear market, molto più prudente e conservativo:

Esempio di Portfolio Crypto per Bear Market
Esempio di Portfolio Crypto per Bear Market
  • Bitcoin: 30%
  • Ethereum: 15%
  • Basso rischio: 3%
  • Medio rischio: 1,5%
  • Alto rischio: 0,5%
  • Liquidità: 50%

Il ribilanciamento

Una volta che hai definito con attenzione le percentuali delle singole fette che compongono il portafoglio, devi anche fare in modo che rimangano tali.

Mi spiego meglio con un esempio. Poniamo che hai deciso di impostare un portafoglio da 10.000 dollari in questo modo:

  • Bitcoin: 20% (2.000 dollari)
  • Ethereum: 20% (2.000 dollari)
  • Basso rischio: 20% (2.000 dollari)
  • Medio rischio: 20% (2.000 dollari)
  • Liquidità: 20% (2.000 dollari)

Ipotizziamo che, dopo un mese, il valore delle criptovalute (ovvero dei primi 4 comparti) sia raddoppiato (passando da 2.000 a 4.000 dollari) grazie al mercato in una fase bull: ovviamente non potrà raddoppiare la liquidità, che essendo formata da stablecoin non cambia mai di valore (e che quindi rimane sempre a 2.000 dollari).

Ora il portafoglio vale quindi (4.000 x 4) + 2.000 = 18.000 dollari.

Per mantenere la percentuale del 20% sui 5 spicchi dovrai quindi vendere 400 dollari di ognuna delle 4 “fette crypto” (4.000 – 400 = 3.600) e trasferire la cifra ottenuta (400 x 4 = 1.600) nelle stablecoin. Ecco il risultato finale:

  • Bitcoin: 20% (3.600 dollari)
  • Ethereum: 20% (3.600 dollari)
  • Basso rischio: 20% (3.600 dollari)
  • Medio rischio: 20% (3.600 dollari)
  • Liquidità: 20% (3.600 dollari)

È chiaro che non sempre è semplice ribilanciare un portafoglio “a mano”, soprattutto se gli asset presenti sono parecchi. Ti consiglio pertanto di utilizzare un foglio Excel e magari guardare questo video, che potrà offrirti qualche ulteriore spunto.

Questo contenuto è frutto del lavoro di persone che amano il mondo Crypto e degli investimenti. Seguici sui nostri canali!
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