The Sandbox e il British Museum portano l’arte nel metaverso

In una collaborazione tra The Sandbox, il British Museum e laCollection, nuove opere storiche verranno introdotte nel mondo della blockchain.

Cos’è The Sandbox?

The Sandbox è uno dei metaversi più sviluppati nel mondo della blockchain. Nel 2022, dopo l’esplosione di questo trend, l’applicazione di The Sandbox è stata utilizzata da 1,3 milioni di utenti, conferendole una posizione di leadership nel settore insieme ad altri progetti come Decentraland. La piattaforma di gioco è composta da tre prodotti integrati chiamati: Voxel editor, Marketplace e Game Maker, che insieme forniscono un’esperienza completa per la produzione e l’utilizzo di contenuti digitali generati dagli utenti. All’interno del gioco, tutti gli oggetti sono veri e propri NFT posseduti dai vari avatar; questo ha fatto nascere un mercato interno che ogni anno raccoglie volumi per milioni di dollari.

La grafica è simile a quella di Minecraft e ogni utente può creare il proprio avatar secondo le sue preferenze. Nel corso dei mesi, le land, ovvero gli spazi di gioco all’interno di The Sandbox sono stati venduti per centinaia di ETH con alcune fra le aziende più importanti al mondo come Ubisoft, Binance o Atari che si sono aggiudicate molte di queste nelle fasi iniziali del lancio del metaverso.

L’annuncio

Il 27 luglio, The Sandbox ha annunciato una collaborazione con il British Museum con l’obiettivo di portare parte delle sue opere all’interno del suo metaverso. All’interno del blog post è stato rivelato che la partnership mira a creare nuove esperienze immersive per gli utenti alla scoperta della storia del mondo. Sarà generata una serie di NFT che riflettono le varie collezioni del museo.

La collaborazione comprende anche una piattaforma Web3 chiamata laCollection, partner del museo per le licenze, che ha lavorato con importanti istituzioni museali in tutto il mondo per portare l’arte nel mondo digitale. Sebbene questa sia la prima incursione del British Museum nello spazio Web3, non è la prima volta che un grande museo si fa strada nel metaverso.

Un trend da non sottovalutare

Uno dei primi musei a completare questo esperimento fu il Centre Pompidou, uno dei principali musei francesi di arte moderna al mondo. Più di un anno fa, inaugurò una nuova mostra nell’ambito della crescente intersezione tra arte e blockchain, mostrando gli NFT di oltre 16 artisti provenienti da tutto il mondo, tra cui popolari oggetti da collezione, come CryptoPunk #110 e Autoglyph #25, entrambi donati al Centre Pompidou.

Un altro progetto super interessante che mescola il mondo dei musei con quello degli NFT è Particle, il cui obiettivo è comprare e frazionare importanti opere e rendere possibile la proprietà di piccoli frammenti di queste. La prima è stata un quadro di Banksy “Love is in the Air”, che ora sta girando il mondo in base a dove i possessori del suo NFT vogliono portarla.

Oggi, in questo periodo di calma post bull-market, sembra che questo settore stia rallentando, ma, come abbiamo appena visto dalla news di oggi, questo è un trend che sta continuando a crescere e siamo convinti che gli NFT entreranno sempre di più all’interno dei musei tradizionali.

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