Come funziona il mining di Bitcoin?
Come è noto, Bitcoin utilizza l’algoritmo Proof of Work per la validazione dei blocchi e la creazione di nuove monete. Maggiore è la potenza computazionale (e di conseguenza l’energia) che un minatore riesce a impiegare, maggiori saranno le ricompense in bitcoin che questo otterrà. Tutta l’attività di mining si basa sulla differenza tra il costo del mining (principalmente determinato dal costo dell’energia utilizzata) e il prezzo di vendita di quel bitcoin sul mercato.
Durante le fasi di bull-run, in cui il prezzo del bitcoin aumenta considerevolmente, i profitti dei minatori si ampliano. Tuttavia, durante i periodi di bear market, i profitti tendono a ridursi dato il declino del prezzo dell’asset.
I guadagni in bitcoin per terahash si stanno avvicinando ai minimi storici
L’algoritmo di bitcoin cerca di validare un blocco ogni 10 minuti. Di conseguenza, ogni 2 settimane la difficoltà di mining si adegua al numero di minatori presenti. Maggiore è il numero di minatori, maggiore sarà la difficoltà, richiedendo così più energia. Se il numero di minatori diminuisce, la difficoltà si abbasserà, rendendo meno costoso e più semplice il mining di un bitcoin.
I guadagni derivanti dal mining di bitcoin, o il “prezzo dell’hash“, che rappresenta il guadagno in dollari per terahash al secondo al giorno, sono scesi a livelli mai visti dai tempi del crollo di FTX nel novembre 2022. Questo calo è attribuibile a due motivi principali:
- Il crollo del prezzo del bitcoin, che ha raggiunto i $26.000
- Il recente aumento della difficoltà di mining, che ha reso l’attività di mining più costosa.
Il 18 agosto, la potenza di calcolo della rete bitcoin ha raggiunto i 414 exahashes al secondo (EH/s), stabilendo così un nuovo record per questa metrica. Questa combinazione di eventi ha determinato un significativo calo dei margini dei minatori, tanto da porre il rischio di una “capitolazione”.

La capitolazione dei miners
Secondo l’HashPriceIndex, i guadagni per i miners sono di soli 0,060 dollari per terahash al secondo, circa la metà di quanto registrato all’inizio di maggio.
Quello che stiamo attraversando è un periodo di considerevole difficoltà per i minatori, e nel caso in cui il prezzo di bitcoin non si riprenda, si crea la possibilità di una capitolazione.
La capitolazione rappresenta un evento comune durante i bear market, in cui i minatori si vedono costretti a liquidare le proprie riserve di bitcoin per far fronte ai costi derivati dalla loro attività, questo tendenzialmente causa un ulteriore ribasso del prezzo.
Se questa situazione dovesse persistere, i minatori meno efficienti saranno costretti a spegnere le proprie apparecchiature e ad attendere che i profitti tornino a essere positivi.
