Chi sono i miners e come lavorano?
Come probabilmente tutti sappiamo, Bitcoin utilizza il famoso metodo di validazione dei blocchi chiamato proof of work. Questo significa che alcune entità, chiamate miners, devono svolgere calcoli complessi che successivamente convalidano i blocchi della catena. Quello del mining di bitcoin è un vero e proprio business e si basa sui margini di guadagno che si riescono a ottenere dalla differenza tra il prezzo del bitcoin minato e il prezzo di mercato dell’asset. Andando ancora più nel dettaglio, il prezzo di un bitcoin minato varia principalmente da due fattori: il costo dell’elettricità utilizzata dal miner per il mining e il livello di difficoltà richiesto dalla rete. Maggiore è il livello di difficoltà, maggiore sarà la quantità di calcoli e l’uso di elettricità richiesti.
Cosa è successo?
Grazie all’importante aumento del prezzo di bitcoin verificato nel corso dell’ultima settimana, i miners hanno avuto un po’ di respiro nei loro margini di guadagno. Secondo un’analisi On-chain condotta da Glassnode, solo nella giornata di ieri, 27 giugno, i miners avrebbero depositato un controvalore di 128 milioni di dollari in bitcoin presso vari exchange come Binance o Coinbase. Questo dato rappresenta un nuovo record assoluto e potrebbe portare a una significativa pressione di vendita nei prossimi giorni. I miner hanno probabilmente compiuto questa scelta perché attualmente i margini di profitto sono più ampi, rappresentando quindi un’ottima opportunità per ottenere profitti consistenti dalla loro attività.
#Bitcoin Miners are currently recording extremely high Exchange interaction, sending an ATH of $128M to Exchanges, equivalent to 315% of their daily revenue.
— glassnode (@glassnode) June 27, 2023
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La situazione dei miners
Nonostante ciò, il prezzo di bitcoin sembra non aver risentito affatto di ciò, mantenendosi ben al di sopra dei 30.000$. Tuttavia, bisogna ricordare che la situazione rimane complicata per loro. Nonostante l’aumento del prezzo che abbiamo visto dall’inizio del 2023, la redditività è diminuita di oltre il 30% rispetto a luglio 2022. Inoltre, la difficoltà nell’estrazione di un blocco, rappresentata dal grafico del’ Hash Rate, si mantiene sempre vicina ai massimi, con un livello attuale di 327,50 EH/s. Vedremo nei prossimi giorni se questa pressione di vendita influenzerà il prezzo di bitcoin.
