Cosa sono i token wrappati?
Alcune criptovalute, come ad esempio il bitcoin, esistono nativamente solo all’interno di una singola blockchain e non possono essere trasferite all’interno di altre, come quella di ethereum. Per risolvere questa problematica, gli sviluppatori hanno creato quelli che vengono chiamati “wrapped token“, ovvero rappresentazioni di una criptovaluta all’interno di una blockchain diversa da quella nativa.
Continuiamo con l’esempio di BTC per comprendere meglio questo concetto. Come detto, non è possibile spostare BTC nella blockchain di Ethereum, ma se avete esperienza nella DeFi, saprete che ci sono varie versioni wrappate che consentono l’esposizione a questo asset all’interno dell’ecosistema di Ethereum. La versione wrappata più utilizzata per bitcoin è sicuramente WBTC che ha raggiunto una capitalizzazione di 4.3 miliardi di dollari. Per comprendere ancora meglio il concetto, si potrebbe considerare il WBTC come una stablecoin ancorata al prezzo del BTC.
Ma come si creano i token wrappati?
Come avviene per le stablecoin ancorate al dollaro, è necessario garantire il valore del token wrappato rispetto a quello originale. La tecnica più utilizzata per emettere questa tipologia di token prevede il blocco dell’asset originale all’interno di uno smart contract nella sua blockchain nativa e l’emissione della sua versione wrappata all’interno della nuova blockchain. È importante notare che possedendo la versione wrappata di un token, non si ha il possesso diretto dell’asset “originale”, ma il valore è garantito dalla presenza dell’asset sottostante utilizzato come collaterale all’interno della blockchain nativa.
I vantaggi dei wrapped token
Ora esaminiamo i casi d’uso per cui gli sviluppatori hanno creato token wrappati all’interno della DeFi.
Il primo vantaggio è che contribuiscono a rendere l’intero mondo delle criptovalute più interconnesso. Senza i token wrappati, sarebbe impossibile utilizzare il bitcoin come collaterale all’interno delle dApp che consentono l’emissione di prestiti sulla blockchain di Ethereum, il che rappresenta un enorme valore aggiunto per l’intero settore delle criptovalute.
Il secondo vantaggio è che i wrapped token aiutano le dApp e le diverse blockchain ad essere più liquide, poiché è possibile importare anche asset esterni alla blockchain in cui si opera.
Infine, un grande vantaggio è legato ai tempi e alle commissioni delle transazioni. Sebbene bitcoin abbia alcune proprietà uniche in termini di sicurezza e decentralizzazione, non è la blockchain più veloce ed economica da utilizzare. Tali problemi possono essere mitigati utilizzando un token wrappato come WBTC all’interno di una blockchain con tempi di transazione più rapidi e commissioni inferiori.
I rischi di questa tipologia di token
La prima grande problematica di questa tipologia di token risiede nel processo di creazione, che richiede un punto di centralizzazione e fiducia. Come spiegato in precedenza, l’emissione di un token wrappato prevede il blocco dell’asset originale in uno smart contract sulla blockchain originale e questo rappresenta un punto di vulnerabilità che, se compromesso, potrebbe portare alla perdita di valore del token derivato rispetto a quello originale.
Un altro grande rischio è quello di contagio, poiché i token wrappati aumentano l’interdipendenza tra le diverse blockchain, aumentando il rischio per l’intero mercato. Ad esempio, se un wrapped token emesso da un bridge venisse compromesso, tutte le dApp che utilizzano quel determinato token sarebbero vulnerabili a una crisi di liquidità.
Altri problemi, come una maggiore complessità nell’uso, questioni regolamentative e difficoltà per alcune criptovalute a completare il processo di wrapping, rendono l’utilizzo di questa tipologia di token più complesso rispetto ai token tradizionali all’interno della DeFi.
