Introduzione al mondo dei derivati
Sia il mercato tradizionale che quello crypto muovono la maggior parte dei loro volumi su asset chiamati derivati. Questi, come suggerisce il nome, sono asset che derivano il loro valore da un asset sottostante. Un esempio classico dove vengono utilizzati asset derivati sono i futures utilizzati per speculare sul futuro prezzo di un asset.
Se accedete a Binance e andate nella sezione futures, potrete fare trading su BTC, ETH, SOL e molte altre criptovalute, ma in realtà, quando utilizzate questi strumenti, non state acquistando l’asset sottostante, ma solo uno strumento che vi permette di esporvi al prezzo di quel determinato asset. L’uso di derivati è preferito rispetto al trading di asset spot, in quanto sono estremamente più economici da utilizzare e consentono l’apertura di posizioni a leva.
Gli asset sintetici nel mondo crypto
Gli asset sintetici fanno parte della famiglia dei derivati e sono una tipologia di strumenti finanziari digitali creati on-chain con l’obiettivo di copiare il valore e la performance di attività finanziarie reali, come azioni, materie prime, valute o persino altre criptovalute, senza possedere effettivamente le attività sottostanti.
Nel mondo della finanza decentralizzata, questi asset vengono creati tramite smart contract e il processo alla base che ne garantisce il valore è molto complesso. La dApp leader nel campo degli asset sintetici è Synthetix e al momento offre più di 70 asset sintetici, la maggior parte dei quali sono criptovalute, ma sono presenti anche asset del mondo reale come oro e argento.

Abbiamo capito dunque che alla base di questi sintetici non ci sono gli asset sottostanti, ma come viene dunque garantito il valore dello strumento sintetico?
Asset sintetici sovracollateralizzati
Facciamo l’esempio dell’asset sintetico sBTC emesso da Synthetix, questo ha un valore uguale a BTC nativo, ma come abbiamo capito, per emettere sBTC Synthetix non è in possesso di BTC. Per rendere possibile la creazione di questo asset sintetico, Synthetix fornisce un collaterale che ne garantisca il valore. Nello specifico, la dApp utilizza SNX, ovvero il token nativo del progetto, come collaterale che garantisce il valore di sBTC e tutti gli altri asset sintetici emessi dalla dApp. Ovviamente il collaterale, essendo un token volatile, viene fornito con un rapporto di maggioranza rispetto alla quantità dell’asset sintetico creato, così da assicurarsi che il valore sottostante sia sempre maggiore.
I vantaggi degli asset sintetici
Il più grande vantaggio è che grazie a questi asset, è possibile portare on-chain asset che nascono al di fuori della DeFi. Dare la possibilità ai trader di esporsi ai prezzi di asset anche non nativi del mondo blockchain, come commodity, bond o azioni, amplia i casi d’uso della DeFi e la rende una seria alternativa alla finanza tradizionale.
Come dicevamo prima, inoltre, l’utilizzo di asset sintetici permette ai trader di risparmiare molto sulle commissioni; pensate quanto sarebbe dispendioso aprire posizioni di trading utilizzando come asset sottostante ETH spot. Ovviamente i costi sarebbero proibitivi e i volumi sarebbero infinitamente piccoli. Anche la possibilità di utilizzare la leva è importante per ottenere maggiori volumi di scambio e attirare i volumi dei trader più aggressivi.
Che tipologia di asset sintetici esistono?
Se abbiamo capito il meccanismo alla base degli asset sintetici, abbiamo capito che in teoria, qualsiasi cosa abbia un valore può essere trasformata in un asset sintetico, a patto che vi sia un collaterale che ne garantisca il valore.
Non vi è dubbio però che ad oggi la maggior parte di asset sintetici nascono come copie di asset nativi blockchain in quanto i trader presenti in DeFi richiedono questa tipologia di asset per completare le loro operazioni di trading. Analizzando le statistiche di Kwenta, una dApp che utilizza i sintetici creati da Synthetix per offrire il trading di strumenti futures perpetual, scopriamo come gli asset più tradati siano sintetici di criptovalute, trovando l’oro solamente al 6° degli asset più tradati o il sintetico dell’euro addirittura nelle ultime posizioni.

Il futuro della DeFi e degli asset sintetici
Per ampliare la base d’utenza della DeFi è necessario sviluppare ed implementare sempre più asset sintetici, concentrandosi soprattutto su altre tipologie di asset come le materie prime o le azioni. Solo con l’arrivo di questi nuovi asset si attireranno nuovi utenti e la DeFi potrà continuare il suo progresso.
Purtroppo la creazione di questi asset non è semplice ed al momento Synthetix è l’unica dApp che sta offrendo una soluzione al problema. Piano piano stanno nascendo anche delle alternative, come Alchemix o Metronome Synth, che però rimangono ad oggi, ancora troppo indietro rispetto allo sviluppo della dApp di Synthetix. Al momento tutti i protocolli che trattano asset sintetici hanno una capitalizzazione di mercato totale di $628 milioni, dove la maggior parte ($475 milioni) derivano da Synthetix.
Vedremo se con la fine del bear market arriveranno altre dApp che proveranno a portare innovazione all’interno di questa specifica categoria di asset che, probabilmente, nel prossimo futuro otterrà capitalizzazioni molto maggiori rispetto a quelle viste fino a oggi.
