Introduzione
In questo articolo approfondiamo un argomento tanto interessante quanto spesso snobbato.
Se parliamo di stablecoin infatti spesso la reazione è: “ah vabbè! volatilità zero, perché per natura sono peggate a FIAT currency o a commodities, quindi tranquillità massima e siamo a posto”.
La realtà è in parte questa, ma anche differente, ed è bene conoscerla per evitare situazioni molto spiacevoli e perdite consistenti!
Giusto per avere un riferimento, le stablecoin a inizio 2021 avevano un controvalore di circa 30 miliardi di dollari, mentre ora, a fine 2021 siamo a circa 140 miliardi.
Dunque, una crescita impressionante, sia in termini percentuali, sia in termini di valore assoluto.
Uno dei errori più grandi che si possono fare è non sapere che esistono differenti modelli di creazione di stablecoin e non sapere che alcune sono più affidabili di altre.
In che senso diversi modelli? Non abbiamo detto poco fa che sono tutte legate al dollaro?
Sì, sono tutte legate al dollaro o a commodities, ma il punto è come sono legate!
In questo contenuto vediamo come prima cosa quali sono i meccanismi di creazione delle stablecoin, i vantaggi, gli svantaggi e infine approfondiremo alcune fra le stable più utilizzate e che ogni giorno vedete all’interno di exchange, app DeFi e app CeFi.
Tutto quello che leggi in questa guida è riportato all’interno di questo video.
Come si crea una stablecoin – primo metodo
Il primo metodo che è stato usato storicamente per creare una stablecoin è piuttosto semplice. Si prende un dollaro reale di carta (emesso dalla banca centrale americana) e si mette in un conto.
Al posto di quel dollaro si crea un token di eguale valore, quindi si toglie dall’ economica classica e si tokenizza (digitalizza detta risorsa) e se ne crea un asset su blockchain.
Bene, fate questo per tutti i dollari che volete tokenizzare e il gioco è fatto.
Ora, tutto questo non viene certo fatto dal tesoro americano (almeno per ora, in futuro chi lo sa!), ma viene fatto da una società privata.
Quindi è un privato che blinda milioni e miliardi di dollari al fine di creare lo stesso ammontare di stablecoin.
Come si crea una stablecoin – secondo metodo
Il secondo metodo è sostanzialmente identico al primo, ma non viene fatto con i dollari. Viene fatto con materie prime, con commodities.
Quindi, invece di bloccare un dollaro, si blocca un grammo d’oro e si crea un token che ne replica esattamente il valore.
In questo caso attenzione, lo stable è riferito al valore dell’asset bloccato, quindi quel token vale sempre quanto vale un grammo d’oro.
Se l’oro si apprezza o si deprezza, la stessa cosa farà anche il relativo token.
Anche in questo caso è sempre un privato che acquista oro, lo blocca e crea asset.
Come si crea una stablecoin – terzo metodo (collateralizzazione crypto)
Nei primi due metodi abbiamo visto che l’asset virtuale viene creato sulla base di asset fisici.
Questa terza modalità si chiama collateralizzazione e capiamo la differenza con le prime due.
Nel primo caso ho collateralizzato dollari, nel secondo caso ho collateralizzato oro o altre commodities.
Nel terzo metodo invece metto a collaterale degli asset crypto: l’idea è di sovra-collateralizzare cryptovalute, creando nello stesso momento stablecoin.
Ma così spiegato capisco che possa essere poco chiaro.
Facciamo un esempio concreto:
Facciamo finta di avere 1 BTC e che in questo momento 1 BTC valga 50 mila dollari.
Decidiamo di bloccarlo all’interno di un wallet come collaterale a garanzia di un prestito di 50 mila dollari in stablecoin.
Attenzione, non ho fatto uno scambio, non ho perso il mio bitcoin.
È come se l’avessi messo in pegno per prendere un equivalente valore di una stablecoin.
Quando voglio riavere il mio bitcoin riporto indietro i 50k euro e riprendo il BTC.
Tutto bello, se non fosse che BTC cambia di valore molto rapidamente come sappiamo.
Per cui, se BTC domani accrescesse il proprio valore andando a valere 70 mila dollari non sarebbe un problema: valeva 50 mila dollari, avevo preso in prestito 50 mila dollari e ora quel BTC vale 70 mila dollari; per cui tutto quello che avevo preso in prestito resterà coperto dal controvalore di BTC.
Ma se al contrario succede che BTC si deprezza e scende anche appena sotto i 50.000 dollari, significa che ho preso un prestito da 50.000 collaterizzato che in questo momento non è più garantito da quel controvalore che avevo lasciato a garanzia (1 BTC).
Se dovesse succedere che il valore di collateralizzazione è al di sotto del valore in prestito, allora si perde il collaterale (o parte).
Dunque se il controvalore del bitcoin va sotto rispetto a quanto ho preso in prestito, io mi tengo quanto ho preso in prestito però perdo il mio bitcoin.
Bene, ora che il meccanismo è chiaro, introduciamo un parametro aggiuntivo.
Il valore che può esser preso a prestito non può mai essere uguale al valore del collaterale. Quindi, se deposito 1 BTC che vale 50 mila dollari, non posso prendere 50 mila dollari in stablecoin!
Ogni sistema decide il proprio tasso di collateralizzazione. Solitamente il minimo di collateralizzazione è fra il 130% e il 150% ed è per questo che si dice sovra-collateralizzazione.
Dunque, se prendiamo come esempio il 150%, per avere una cifra in stablecoin devo mettere in collateralizzazione almeno il 50% in più.
Se voglio avere 50 mila dollari devo mettere crypto per un controvalore di almeno 75 mila euro.
Ma non solo!
Devo stare attento che la collateralizzazione non scenda mai sotto quel valore, dunque per stare ancora più sul sicuro starò su valori del 200/300%.
Quindi per avere i famosi 50 mila dollari in stablecoin inserisco minimo 75 mila dollari, ma per essere sicuro e non rischiare la liquidazione, ne metto anche 100 mila.
Chiaramente tutto questo discorso vale anche per 100 dollari, non importa andare su cifre così alte.
Come si crea una stablecoin – quarto metodo (stablecoin algoritmica)
Bene, ora che abbiamo visto come creare una stablecoin con collateralizzazione, addentriamoci in un altro sistema, che non ha bisogno di nessuna collateralizzazione.
Si chiamano Stablecoin Algoritmiche e hanno un metodo di funzionamento veramente interessante.
Sostanzialmente sono una coppia di cryptovalute, la prima è una stablecoin, mentre l’altra non è peggata (ancorata) a nessun asset e dunque è volatile.
L’idea è di fare in modo che la stabilità della prima venga garantita sulla base della volatilità della seconda.
Dunque, ogni volta che viene richiesta della stablecoin la seconda serve a bilanciare il peg con il dollaro, ma chiaramente anche il contrario.
Ogni volta che viene bruciata della stablecoin, la seconda crypto serve a bilanciare ancora il peg.
In definitiva il peg della prima è garantito dalla volatilità della seconda e dall’incentivo dato dall’arbitraggio:
- Se la stablecoin scende sotto il valore di 1 dollaro c’è un incentivo a bruciare stablecoin in cambio della seconda valuta più volatile
- Al contrario, se la stablecoin sale sopra il valore di 1 dollaro, c’è un incentivo a trasformare la moneta più volatile in stable, così da riportare il valore della stablecoin al valore del dollaro
Quali sono i vantaggi delle stablecoin
Bene, abbiamo visto le quattro modalità per creare Stablecoin.
Le prime due modalità sono legate alla collateralizzazione di asset fisici, ossia prendi i reali asset, li metti da parte e crei dei token che li rappresentino.
La terza modalità riguarda collateralizzare asset crypto, mentre la quarta prevede un bilanciamento fra due coin, una peggata al dollaro e una volatile che fa da bilanciere.
A questo punto possiamo approfondire i vantaggi di avere delle stablecoin e successivamente andiamo a vedere anche quali sono quelle più famose e utilizzate e se veramente possiamo dormire sonni tranquilli o se ce ne sono alcune più pericolose di altre
(Eh sì, vi spoilero che ce ne sono alcune più pericolose!)
I vantaggi delle stablecoin, i motivi per cui l’utilizzo è aumentato così tanto, sono principalmente questi:
- Sono facilmente trasferibili in tutto il mondo, senza limiti di frontiera o di dogana.
- Non necessitano di intermediari e si muovo istantaneamente.
- Le transazioni sono super trasparenti, poiché tutto quello che succede è pubblico.
- Lo metto per ultimo, ma forse è il reale motivo principale: forniscono rendimenti piuttosto alti in relazione al rischio percepito
Quali sono gli svantaggi delle stablecoin (riserve frazionarie)
In molti pensano che ogni tipo di stablecoin sia sicura, a prescindere dal tipo.
Ma è proprio questo che merita un approfondimento: quali sono gli svantaggi di una stablecoin?
Per capirlo con chiarezza andiamo a riprendere il grafico che abbiamo visto inizialmente.
Vediamo che la composizione totale è fatta da alcune sigle:
- USDT
- USDC
- BUSD
- DAI
- TUSD
- ..altre
E quindi? Cosa significa?
Beh significa che buona parte delle stablecoin che esistono, e che probabilmente stai utilizzando o che utilizzerai, sono create sulla base del primo metodo di creazione di stablecoin.
Quindi per ogni dollaro tokenizzato c’è un dollaro in una banca fermo.
E quindi? Quale è il problema?
Se tutto fosse solo così, non ci sarebbe alcun problema, se non fosse che in realtà USDT e USDC fanno riserva frazionaria, ossia non hanno esattamente 1 dollaro per ogni dollaro, ma hanno una percentuale inferiore (attenzione, è una cosa legale!).
Per fare un esempio: per ogni dollaro tokenizzato in realtà le aziende che emettono stablecoin ne detengono 0,7 o 0,5 dollari.
E se guardiamo USDC va ancora abbastanza bene, perchè mese per mese la società viene auditata da vari auditor, ossia viene valutata in base a società esterne, che danno la loro approvazione rispetto al modo di lavorare e di emettere token della società.
Se guardiamo a USDT invece…insomma.
Più volte a Tether, che è la società che emette USDT, è stato chiesto di mostrare se ha veramente il controvalore dei token creati; in questo momento dovrebbe avere qualcosa come…80 miliardi di dollari bloccati.
Quel che sconforta è che la società che non dà evidenza della reale esistenza dei dollari bloccati e non vuole farsi auditare seriamente è proprio quella che fornisce più della metà delle stablecoin.
Insomma, se per caso va male Thether si trascina tutto sotto i suoi piedi.
Queste non sono le migliori condizioni per creare un sistema decentralizzato!
Non fa tutto schifo!
Dall’altra parte se questo è un grosso problema, è anche vero che qualsiasi piattaforma, exchange o altro, accettano USDT.
Quindi lungi da me fare terrorismo: se ci fosse realmente questo problema, o il sentore di insolvenza da parte della società, sicuramente i grandi exchange non terrebbero nella loro pancia tutti quegli USDT o USDC o altro.
Quello che consiglio è di non tenere USDT nel lungo termine, perché si possono fare le stesse cose con altre stablecoin che sono più sicure!
Quali sono le migliori Stablecoin nel mondo Crypto, collaterale dollaro (USDT – Tether)
A questo punto, andiamo a vedere nella pratica quali sono le migliori stablecoin che esistono in questo momento, sia per utilizzo, sia da detenere nel lungo termine.
Riprendiamo il discorso di USDT, la stablecoin emessa da Tether:
- La società si comporta in maniera evasiva nei confronti dei controlli.
- USDT è accettata ovunque e rappresenta l’asset di stablecoin più corposo al mondo, per cui non è facile ignorarla.
Questo comporta un’enorme fragilità.
Se la società venisse messa sotto processo o andasse in liquidazione o qualsiasi altro tipo di casino…chi garantirebbe quel sottostante di 80 miliardi di dollari che dovrebbero avere in token?
Se la società falliss…puff! Tutti quei token non varrebbero più nulla.
Quali solo le migliori stablecoin nel mondo Crypto, collaterale dollaro (USDC)
USDC è la stablecoin emessa da Coinbase, uno degli exchange più grandi al mondo.
Anche Coinbase fa riserva frazionaria, ma questo exchange viene auditato mensilmente da varie società esterne, che ne garantiscono la buona gestione e la sostenibilità.
In questo momento USDC sta guadagnando quota di mercato, poiché rispetto a USDT, pur facendo esattamente la stessa cosa, è ritenuta più sicura, accreditabile e ha sviluppato i propri protocolli con software open source, così da mostrare senza alcuna remora il proprio funzionamento.
Altro fattore da prendere in considerazione (anche se estremamente centralizzante e a tratti preoccupante) è che la società che emette USDC, che si chiama Circle, può scegliere di censurare o bloccare alcuni indirizzi se ritiene che contengano dei soldi che siano frutto di uno scambio illegale, di truffe o di riciclo.
Quali sono le migliori stablecoin nel mondo Crypto, collaterale dollaro (BUSD)
Passiamo ora a un’altra stablecoin che sta guadagnando quota di mercato.
Si chiama BUSD ed è nata principalmente dalla volontà di Binance di avere una propria stablecoin da poter usare sulle proprie chain.
Questa stablecoin è piuttosto sicura, poiché Paxos, che è il reale emettitore, dichiara che il collaterale è interamente detenuto in dollari (per il 96% in cash o equivalente e per il 4% in buoni del tesoro).
Quali sono le migliori stablecoin nel mondo Crypto, collaterale Crypto (DAI)
Passando al mondo delle stablecoin con collaterale Crypto, l’organizzazione decentralizzata più imponente e funzionante è MakerDAO.
MakerDAO emette una stablecoin, peggata al dollaro, che si chiama DAI.
DAI viene creata con una sovra-collateralizzazione minima del 150%.
Dunque per avere 100 DAI dovresti mettere crypto che valgano almeno 150 dollari e se il valore scendesse la tua posizione verrebbe liquidata; quindi, solitamente, si consiglia di mettere almeno 200 o 300 dollari come valore del collaterale.
Quali sono le Stablecoin Algoritmiche nel mondo Crypto
Fino a inizio Maggio 2022 avremmo detto che la migliore stablecoin algoritmica fosse senza dubbio UST.
UST fa parte della blockchain TERRA ed è la parte stable. La parte non stable, volatile, quella che serve a far mantenere il peg con il dollaro si chiamava LUNA (rinominata LUNC dopo la capitolazione).
Se non ti è chiaro qualcosa torna indietro a vedere come funzionano le stablecoin algoritmiche.
Dopo la capitolazione di tutto l’ecosistema TERRA, avvenuta fra 8/05/2022 e 14/5/2022 (circa), l’idea di una stablecoin algoritmica ha perso molta credibilità agli occhi del mondo DeFi.
Dopo questo evento tutti i progetti che si basavano su stablecoin algoritmiche stanno rivedendo o modificando il proprio approccio alla questione. Alcuni hanno deciso di modificare le proprie stablecoin in stable sovracollateralizzate, altri di integrare un sistema ibrido (parte sovracollateralizzata + parte algoritmica).
Qual è la Stablecoin più sicura
Affrontiamo a questo punto un’annosa questione: quale è la stablecoin più sicura?
È difficile nominare una stablecoin più sicura di altre perché ognuna si può usare in un determinato contesto.
Da parte mia evito, come già detto, di usare USDT e mi affido a USDC e BUSD per quanto riguarda quelle con collateralizzazione in dollari.
Se possibile cerco di usare stablecoin derivanti da miei asset collateralizzati o, ancora meglio, stablecoin algoritmiche oppure una combo di queste ultime due!
La cosa importante è conoscere i rischi che ci sono usando stablecoin, sapendo soprattutto che il rischio zero non esiste da nessuna parte e che in ogni momento possono succedere cose come questa:
- Tether viene messo sotto inchiesta
- Tutti vogliono ritirare USDT
- Tether non ne ha abbastanza
- Si innesca un casino incredibile
- Tutto il mondo Crypto ne risente
Quindi attenzione!